Adozioni internazionali, Romania: la CAI designa come referente unico l’ente pubblico ARAI Piemonte. Ma è davvero la scelta gius
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Data: 19-09-12
Adozioni internazionali, Romania: la CAI designa come referente unico l’ente pubblico ARAI Piemonte. Ma è davvero la scelta giusta?
La Commissione per le Adozioni Internazionali è all’opera con l’autorità centrale della Romania, l’Ufficio Rumeno per le Adozioni, allo scopo di applicare la nuova normativa in materia che vuole permettere alle coppie italo-rumene residenti in Italia di adottare internazionalmente i bambini rumeni residenti in Romania. Ma designare come referente, seppur transitoriamente, un ente pubblico come l’Agenzia ARAI è davvero la scelta giusta?
Ecco quanto comunica la CAI sul suo sito ufficiale (www.commissioneadozioni.it). “Il giorno 11 settembre 2012 si è svolto a Bucarest un incontro tra la vice presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali e il presidente dell’Ufficio Rumeno per le Adozioni, Segretario di Stato Bogdan Panait, per definire le modalità di collaborazione tra le due Autorità Centrali nel quadro della nuova legge rumena n. 233 del 5 dicembre 2011, entrata in vigore il 7 aprile 2012, che consente ai cittadini rumeni residenti all’estero di realizzare adozioni internazionali di minori rumeni residenti in Romania.
I colloqui hanno permesso un proficuo confronto e utili chiarimenti sulle rispettive procedure per la realizzazione delle adozioni internazionali. Allo stato, nessun ente, tra quelli autorizzati ad operare in Romania, è stato ancora accreditato dall’Autorità Centrale rumena, che attiverà le necessarie verifiche alla luce della nuova normativa e dei requisiti in essa fissati.
Per non pregiudicare le aspettative delle coppie rumene o italo-rumene residenti in Italia e dichiarate idonee all’adozione internazionale dal competente Tribunale per i minorenni, le due Autorità Centrali hanno individuato nell’ente autorizzato pubblico Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali Regione Piemonte ARAI l’organismo che, in questa fase transitoria, le assisterà nello svolgimento delle procedure presso le autorità rumene. Gli interessati dovranno pertanto rivolgersi alla Commissione che autorizzerà l’Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali Regione Piemonte ARAI ad assumere l’incarico”.
Pur nei limiti del rispetto delle decisioni prese dalla CAI è opportuno fare alcune considerazioni. Ai.Bi., in tutti questi anni di chiusura delle adozioni internazionali da parte delle Autorità rumene, non ha mai rinunciato a dare battaglia per garantire ai minori rumeni abbandonati il diritto di essere figli. Ha tenuto aperto il proprio ufficio a Bucarest, mantenendo il proprio personale e le proprie attività di cooperazione a favore dei minori ospitati negli istituti; ha rappresentato la necessità di riaprire le adozioni internazionali con petizioni e mozioni presso varie sedi istituzionali e internazionali dando voce all’Unione Europea, al Comitato ONU per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza… E l’Agenzia ARAI, in tutto questo tempo, dov’è stata?
Ora, qual è il valore aggiunto di un ente pubblico come ARAI Piemonte, che, in Romania come in tutti gli altri Paesi, non dispone di personale proprio ma si affida a consulenti e referenti che vengono retribuiti ad adozione effettuata?
Mentre in tutta Italia si pensa ad applicare la spending review, la notizia di un incarico dato all’Agenzia ARAI non può lasciare indifferenti se si riflette sul costo medio di un’adozione internazionale svolta con l’aiuto di ARAI – stanti le stime conosciute -: 40mila euro, più del doppio di quanto costi in media un’adozione internazionale svolta con l’aiuto di un ente privato. Con tutto che, ogni qual volta venga assegnato un incarico all’Agenzia ARAI, è impossibile non ricordare la sua origine di ente pubblico a carico del bilancio della Regione Piemonte (con 64 enti autorizzati in Italia e diversi di essi già operanti sul territorio, non si sentiva il bisogno di creare un ente pubblico).
Comunque, visto che è stata accreditata, l’Agenzia ARAI cerchi di dimostrare la qualità delle adozioni internazionali italiane (d’altra parte, essendo l’unico ente accreditato, l’Agenzia si è assunta pienamente questa responsabilità) a iniziare dall’assunzione di personale locale alle dirette dipendenze dell’ARAI stessa.
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