Adoptions, from Gentiloni accusations against magistrate Aibi rejoices: whoever denounced us will pay

12 March 2019

Reunited the commission in conflict of interest. No solidarity with the families who reported the alleged irregularities of the Milanese institution

The government friend of the regime that killed Giulio Regeni and reached an agreement with the gangs that traffick immigrants in Libya, is now putting its image on children adopted abroad. The Prime Minister, Paolo Gentiloni, chaired the Commission for intercountry adoptions , the supervisory authority of which the premier is president , on Tuesday 12 September . This is the first meeting since Palazzo Chigi appointed magistrate Laura Laera as vice-president of the CAI on 9 May.

Alongside Gentiloni and the vice-president Laera was present, although not entitled, the general secretary of the Prime Minister, Paolo Aquilanti. Commissioner Francesco Bianchini , representative of the "Forum of family associations" was absent: at the time of his appointment, Bianchini's organization was at the center of complaints to the judiciary and to Palazzo Chigi due to the conflict of interest due to the participation, in its management, of "Aibi - Amici dei Bambini" , the Milanese organization authorized by the government for international adoptions. Several rules obviously prohibit controlled entities from sitting in the controlling authority.

Precisely for this reason the outgoing vice-president, the magistrate Silvia Della Monica , had not met the commission and had repeatedly denounced the "Aibi-Forum" conflict to the government and Parliament. Aibi is among other things the association accused of not having reported serious irregularities in the adoption of children in the Democratic Republic of Congo. Thirty parents, involved by the Milanese institution and recipients without their knowledge of the alleged trafficking of minors, asked Gentiloni not to meet the commission for the "continuing illegality situation". The only response they received was the news of the absence of Commissioner Bianchini published on the institutional website of the CAI: a detail that does not resolve the conflict of interest since, according to theAibi continues to be present in the supervisory authority through the Forum. To prohibit it is even a decree of the Prime Minister (article 1 DPCM 13 March 2015 signed by Graziano Delrio).

The Prime Minister, his secretary general and the vice-president-magistrate Laera, on the other hand, also wanted to bring together the commissioners to publicly accuse the magistrateDella Monica of irregularities. «As for the previous management of the former vice president», Paolo Gentiloni and Laura Laera wrote in the final press release, «ample documentation was provided to all the commissioners attesting to numerous irregularities. Among other things, it was noted, in several cases, the mismatch between the protocol numbers assigned to the documents and the documents themselves, as well as the absence of numerous attachments despite the presence of the relative protocol number ". No word for the investigative work that the magistrate Della Monica has carried out and which has also touched state apparatus, including the Foreign Ministry, just when Gentiloni was minister. No solidarity with dozens of families than with as much courage and trust in institutions they denounced the irregularities of Aibi.

Marco Griffini, the president of the Milanese institution, is euphoric: "The press release leaves no doubts on the need to finally shed light on what was shameful in the previous management", says the founder of Aibi to "Avvenire", the daily Italian Bishops Conference has always been at his side : "We expect what will emerge and if damage has been caused to families and institutions, that everyone will have the right compensation". The message has been the same for months: whoever denounced Aibi will pay.

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Riunita la commissione in conflitto di interessi. Nessuna solidarietà alle famiglie che hanno segnalato le presunte irregolarità dell'ente milanese

Il premier Paolo Gentiloni, al centro, e Laura Laera, alla sua destra (foto Ansa)

Il premier Paolo Gentiloni, al centro, e Laura Laera, alla sua destra (foto Ansa)

Il governo amico del regime che ha ucciso Giulio Regeni ed è sceso a patti con le bande che trafficano immigrati in Libia, mette ora la sua immagine sui bambini adottati all'estero. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha presieduto martedì 12 settembre la Commissione per le adozioni internazionali, l'autorità di controllo di cui il premier è presidente. È la prima riunione da quando il 9 maggio scorso Palazzo Chigi ha nominato vicepresidente della Cai il magistrato Laura Laera.

Accanto a Gentiloni e alla vicepresidente Laera era presente, pur non avendone titolo, il segretario generale della presidenza del Consiglio, Paolo Aquilanti. Assente il commissario Francesco Bianchini, rappresentante del "Forum delle associazioni familiari": al momento della nomina, l'organizzazione di Bianchini è stata al centro di esposti alla magistratura e a Palazzo Chigi per il conflitto di interessi dovuto alla partecipazione, nel suo direttivo, di "Aibi - Amici dei bambini", l'ente milanese autorizzato dal governo alle adozioni internazionali. Diverse norme vietano ovviamente agli enti controllati di sedere nell'autorità che li controlla.

Proprio per questo la vicepresidente uscente, il magistrato Silvia Della Monica, non aveva riunito la commissione e aveva più volte denunciato il conflitto "Aibi-Forum" al governo e al Parlamento. Aibi è tra l'altro l'associazione accusata di non aver segnalato gravi irregolarità nell'adozione di bambini nella Repubblica Democratica del Congo. Trenta genitori, coinvolti dall'ente milanese e destinatari a loro insaputa del presunto traffico di minori, hanno chiesto a Gentiloni di non riunire la commissione per la "perdurante situazione di illegittimità". L'unica risposta che hanno ottenuto è la notizia dell'assenza del commissario Bianchini pubblicata sul sito istituzionale della Cai: un dettaglio che non risolve il conflitto di interessi poiché, secondo l'elenco dei commissari tuttora in carica, Aibi continua a essere presente nell'autorità di controllo attraverso il Forum. A vietarlo è perfino un decreto della presidenza del Consiglio (articolo 1 DPCM 13 marzo 2015 firmato da Graziano Delrio).

Il presidente del Consiglio, il suo segretario generale e il vicepresidente-magistrato Laera invece hanno voluto ugualmente riunire i commissari per accusare pubblicamente il magistrato Della Monica di irregolarità. «Quanto alla precedente gestione dell’ex vicepresidente», hanno fatto scrivere nel comunicato finale Paolo Gentiloni e Laura Laera, «si è fornita ampia documentazione a tutti i commissari attestante numerose irregolarità. Si è rilevato tra l’altro, in diversi casi, la mancata corrispondenza tra numeri di protocollo assegnati ai documenti e i documenti stessi, nonché l’assenza di numerosi allegati pur in presenza del numero di protocollo relativo». Nessuna parola per il lavoro di indagine che il magistrato Della Monica ha svolto e che ha toccato anche apparati dello Stato, tra i quali il ministero degli Esteri, proprio quando Gentiloni era ministro. Nessuna solidarietà alle decine di famiglie che con altrettanto coraggio e fiducia nelle istituzioni hanno denunciato le irregolarità di Aibi.

Marco Griffini, il presidente dell'ente milanese, è euforico: «Il comunicato non lascia dubbi anche sulla necessità di fare finalmente luce su quanto di vergognoso è successo nella precedente gestione», dice il fondatore di Aibi ad "Avvenire", il quotidiano della Conferenza episcopale italiana da sempre al suo fianco: «Ci aspettiamo che si renda pubblico quanto emergerà e se danni sono stati procurati a famiglie ed enti, che tutti abbiano il giusto risarcimento». Il messaggio è sempre lo stesso da mesi: chi ha denunciato Aibi, pagherà.

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